Scuola di mondialità

Nel 4° Incontro di Scuola di mondialità ad Alcamo, è stato affrontato il tema dello sfruttamento minorile

a cura di Elisa Costa, oratorio salesiano , Alcamo, Trapani.

Nel weekend del 03-04 febbraio si è svolto ad Alcamo il IV incontro del percorso di “Scuola di mondialità” durante il quale abbiamo affrontato il tema dello sfruttamento minorile.

Il pomeriggio del primo giorno è stato interamente dedicato ai bambini e ai ragazzi del quartiere “Maria Ausiliatrice”: tutti noi, accompagnati dai membri dell’equipe, abbiamo coinvolto i ragazzi con musica e giochi, donandogli parte del nostro tempo e ricevendo in cambio tanti sorrisi alternati a bronci che nascondevano soltanto il desiderio di essere ascoltati; siamo poi rientrati in oratorio dove ci aspettava un momento di condivisione sull’esperienza appena vissuta, seguito dalla cena e da un momento di fraternità che ci ha visti destreggiarci tra karaoke, just dance e un quiz sulla vita del nostro Padre, Maestro ed Amico.

Il secondo giorno è iniziato con un approfondimento sullo sfruttamento minorile in Italia e nel mondo, seguito dalla testimonianza di don Rogers, Salesiano ugandese, studente al San Tommaso di Messina, che durante i suoi due anni di tirocinio nel campo profughi di Palabek (Uganda) si è occupato, insieme ad altri salesiani, di aiutare coloro che scappavano da guerre e ingiustizie accompagnandoli nella preghiera e nella loro formazione scolastica, introducendoli al mondo dello studio e del lavoro. Dopo questa “pillola di missionarietà”, siamo andati a prendere i bambini e i ragazzi del quartiere per farli partecipare alla Messa, la prima presieduta da Don Antonio nella casa salesiana di Alcamo dove ha trascorso i suoi due anni di tirocinio.

L’incontro ha permesso a ciascuno di noi di maturare la consapevolezza di doverci fare servi di tutti, così come dice San Paolo nella lettera ai Corinzi, e con la certezza che anche con un semplice pallone si può essere testimoni e annunciatori del Vangelo agli occhi di chi guarda e che non sempre ha l’opportunità di farne tesoro nel proprio quotidiano.

“In ognuno di questi ragazzi c’è un punto accessibile al bene